Come si accede?
Per usufruire del servizio è prevista una retta mensile concordata tra il C.A.G. Casa San Giuseppe e la famiglia, a cui vengono aggiunte le spese degli eventuali pasti e delle merende.
Il Centro di Aggregazione Giovanile Casa San Giuseppe pone come obiettivo principale, nell'odierna società multiculturale, l’educare i bambini a formarsi come soggetti in grado di interagire con gli altri e il mondo circostante, nell'ottica dell’accoglienza “senza distinzioni”.
Lo svolgimento dei compiti e le attività strutturate rappresentano i punti di forza sui quali il Centro compie il proprio sforzo per ottemperare l’obiettivo.
Il tempo dei compiti
Coincide con la ripresa dell’attività scolastica del mattino per consolidare e stabilizzare - attraverso l’esercizio - gli apprendimenti e per collaudare e sistematizzare, il metodo di studio, indirizzato dalla scuola.
Il tempo dei compiti così organizzato, favorisce l’apertura mentale e la messa in atto delle capacità dei bambini. Diviene il tempo e lo spazio, dove si aiutano i bambini a “imparare la fatica”, a reagire alle delusioni, a perseguire gli obiettivi con costanza e determinazione per progressivamente sviluppare l’autonomia personale.
Il lavoro scolastico rappresenta, in parallelo con l’attività strutturata, l’occasione per conoscere e condividere regole comuni, accrescere l’autodisciplina e l’autonomia personale..
Il tempo dell’attività strutturata
Prevede principalmente attività ludico-motorie, il mezzo con il quale i bambini si avvicinano e prendono consapevolezza delle regole, della loro importanza per la convivenza sociale, nel rispetto della propria individualità e di quella degli altri.
La programmazione delle attività mira, infatti, a far acquisire la capacità di relazionarsi in modo positivo, con il personale educativo adulto e con i coetanei, in prospettiva futura.
Il lavoro scolastico e le attività strutturate
educare il bambino ad essere soggetto che interagisce con gli altri e il mondo
Il Centro di Aggregazione Giovanile Casa San Giuseppe ponendosi come obiettivo principale l’educare i bambini a formarsi come soggetti capaci di interagire con gli altri e con il mondo circostante, programma le attività per stimolare e far acquisire capacità relazionali positive e accettare ed interiorizzare le prime semplici regole sociali, base della convivenza.
Accogliendo bambini di diverse provenienze, culture, etnie e fasce di età della scuola primaria, si facilitano un pensiero attivo e modi orientati a consolidare il senso di appartenenza al gruppo e la reciproca convivenza, focalizzati a comprendere la ricchezza che ognuno è risorsa per l’altro.
È fondamentale ricercare il benessere dei bambini, cercando, incessantemente, di scoprire l’autentico senso dello “stare insieme”, l’essere importanti per gli altri, mettendosi a disposizione.
L’obiettivo si realizza dunque in una graduale costruzione di un sistema etico e di azione, fondato da regole necessariamente condivise, regole che diventano strumento indispensabile e di riferimento perché organizzano il comportamento di tutti.
A sfondo dell’obiettivo rivestono particolare importanza lo spazio e la sua organizzazione. L’ambiente a disposizione dei bambini è ampio e semplice, come semplici sono i giochi e i materiali a disposizione, preferiti proprio per incoraggiare i bambini a comprendere le prime regole del vivere insieme, come ad esempio, la custodia e il riordino dei giochi al termine di ogni attività.
Il raggiungimento dell’obiettivo avviene attraverso un’azione educativa sviluppata in tre aree.
Area della socializzazione
Inserimento e integrazione nel grande gruppo: creare le condizioni perché ognuno si inserisca attivamente e positivamente nel contesto relazionale del Centro; Conoscere se stessi e scoprire l’altro: stimolare opportunità di arricchimento e crescita reciproca; Comprendere le regole della convivenza: aiutare a rispettare se stessi e gli altri; Gestire le proprie condotte: prendere coscienza che ogni azione comporta conseguenze; Agevolare il “saper chiedere aiuto”: esprimere bisogni, sentimenti ed emozioni; Rispettare gli spazi, l’ambiente e il materiale condiviso.
Area ludico – creativa
Conoscere il proprio corpo ed esprimersi in maniera consapevole; Riconoscere le proprie capacità e sviluppare creatività; Acquisire competenze ed autonomie; Controllare azioni e istintività nel rispetto delle individualità; Superare se stessi e concentrare le proprie azioni in direzione di un obiettivo comune da raggiungere; Saper riflettere sul significato dello stare insieme.
Area scolastica[1]
Aver fiducia nelle proprie capacità, senza scoraggiarsi; Favorire l’autostima e l’autonomia; Realizzare il lavoro scolastico con cura e in modo completo; Organizzare il lavoro scolastico nei tempi e nei modi più adeguati; Prestare attenzione a chi parla: rispettare il proprio turno per prendere la parola; Esseri disponibili verso i compagni e saper lavorare in gruppo.
[1] Lo “spazio compiti” è organizzato in piccoli gruppi classe, in rapporto 1:8 (massimo 1:10), per garantire un’accurata assistenza alla realizzazione dei compiti, recuperare eventuali lacune e favorire una buona organizzazione del lavoro scolastico. Le importanti richieste e i problemi urgenti rilevati per alcuni bambini nell’apprendimento o nella gestione delle consegne scolastiche, ha suggerito la predisposizione di spazi appositi con personale di servizio o volontari adulti qualificati, garantendo un rapporto 1:1 o al massimo 1:2.
Obiettivo Educativo del Centro
Prendersi cura
Il prendersi cura dei ragazzi, per farli crescere
integralmente e in modo armonico, dovrebbe essere un impegno primario di ogni
istituzione: famiglia, scuola, oratorio e comunità civile. Ovviamente si devono
avere idee chiare sul bene di un ragazzo ed essere convinti che il suo vero
bene non stia nel possedere gli ultimi prodotti tecnologici da sfruttare al di
fuori di una finalità, nella competitività sportiva sfrenata, nell’avere
vestiti firmati, ma nel sapersi relazionare positivamente con adulti e
coetanei, nel sentirsi capace di affrontare serenamente successi e sconfitte,
nello stare bene all’interno di un gruppo di amici.
L'educazione, quindi, deve essere uno sguardo a 360°, se si vuole aiutare un ragazzo e farlo crescere con “antenne” che sappiano distinguere il bene dal male, l’utile dal superfluo, capace di un giudizio critico di fronte alla realtà che lo circonda per non farsi abbindolare dall’odierna cultura dominante, lontana anni luce dal volere il vero bene della persona ( i fatti di cronaca parlano da sé).
Nasce qui una domanda: che cosa mettere in atto per disinquinare la nostra cultura dall'effimero che trascina I’essere uomo e donna alla deriva?
La Parole insostituibile e insuperabile del Vangelo dice, da sempre, che per le persone di buona volontà tutto è possibile, basta voler cambiare la direzione educativa, orientandola su valori non negoziabili.
Ma come?
Ognuno di noi è chiamato per vocazione: padre, madre, suore, prete, insegnante, a fare la sua parte per realizzare un vero progetto educativo; tutti sono responsabili del cammino di crescita delle future generazioni; ogni agenzia educative deve promuovere iniziative di vita in cui il ragazzo diventi protagonista della mente lucida, salvandosi dalle paralisi dell’alcol e della droga.
II progetto educativo del C. A. G. Casa San Giuseppe nel suo piccolo, sceglie, da tempo e con attenzione proposte educative, condivise anche dei genitori, che mirano: a coscientizzare i ragazzi sull’importanza del loro dovere scolastico, affiancandoli nel loro percorso e aiutandoli a tirar fuori le loro potenzialità per raggiungere buoni traguardi; vengono stimolati: sull'importanza del rispetto delle persone, sullo stile di collaborazione, sul rispetto dell’ambiente e delle attrezzature anche minime, insomma non da niente per scontato.
All’interno della comunità educante assume una particolare importanza il gioco libero e organizzato. Esso attiva nel ragazzo una carica positiva che gli fa accettare anche il sacrificio e la rinuncia: non esistono traguardi raggiunti che esulano dal mettere sé stessi.
l ragazzi amano il gioco - diciamo "gioco" da non confonderlo con Io sport , dove I’avversario è sempre da conquistare se non il nemico da vincere - il vero stile del gioco che non crea idoli, ma persone competitive sane.
Il gioco organizzato e destrutturato , sotto il solido sguardo di educatori, mira solo il bene del ragazzo, promuove: I’autocontrollo, la capacità di gestire le proprie emozioni, i conflitti in positivo, lo stabilire amicizie e il diffondere benevolenza.
Tutti gli educatori, i volontari e le persone che aiutano il C.A.G. Casa San Giuseppe, sono convinti che non sono le grandi iniziative o le grandi imprese a mettere in risalto il valore educativi di un ragazzo, ma la
costante presenza al suo fianco, per essergli d’aiuto nelle fatiche da affrontare per raggiungere, gradualmente, la maturate integrale.
Questo è il nostro scopo e il nostro fine.
È da sottolineare che tutto ciò è di grande sostegno alla famiglia che, per motivi di lavoro o per problemi interni ad essa, non riesce da sola a fronteggiare le necessità dei figli. Crediamo che ciò serva anche a promuovere e ad integrare tutti i ragazzi nel tessuto sociale del paese che dovrebbe portare a realizzare una socializzazione sempre meno problematica.
Il Signore ci aiuti a sbagliare il meno possibile.
Grazie infinite e tutti i collaboratori esterni e interni all’opera che ci sostengono in mille modi.
Madre Superiora sr. Rosaria ed Equipe Educativa
L'educazione, quindi, deve essere uno sguardo a 360°, se si vuole aiutare un ragazzo e farlo crescere con “antenne” che sappiano distinguere il bene dal male, l’utile dal superfluo, capace di un giudizio critico di fronte alla realtà che lo circonda per non farsi abbindolare dall’odierna cultura dominante, lontana anni luce dal volere il vero bene della persona ( i fatti di cronaca parlano da sé).
Nasce qui una domanda: che cosa mettere in atto per disinquinare la nostra cultura dall'effimero che trascina I’essere uomo e donna alla deriva?
La Parole insostituibile e insuperabile del Vangelo dice, da sempre, che per le persone di buona volontà tutto è possibile, basta voler cambiare la direzione educativa, orientandola su valori non negoziabili.
Ma come?
Ognuno di noi è chiamato per vocazione: padre, madre, suore, prete, insegnante, a fare la sua parte per realizzare un vero progetto educativo; tutti sono responsabili del cammino di crescita delle future generazioni; ogni agenzia educative deve promuovere iniziative di vita in cui il ragazzo diventi protagonista della mente lucida, salvandosi dalle paralisi dell’alcol e della droga.
II progetto educativo del C. A. G. Casa San Giuseppe nel suo piccolo, sceglie, da tempo e con attenzione proposte educative, condivise anche dei genitori, che mirano: a coscientizzare i ragazzi sull’importanza del loro dovere scolastico, affiancandoli nel loro percorso e aiutandoli a tirar fuori le loro potenzialità per raggiungere buoni traguardi; vengono stimolati: sull'importanza del rispetto delle persone, sullo stile di collaborazione, sul rispetto dell’ambiente e delle attrezzature anche minime, insomma non da niente per scontato.
All’interno della comunità educante assume una particolare importanza il gioco libero e organizzato. Esso attiva nel ragazzo una carica positiva che gli fa accettare anche il sacrificio e la rinuncia: non esistono traguardi raggiunti che esulano dal mettere sé stessi.
l ragazzi amano il gioco - diciamo "gioco" da non confonderlo con Io sport , dove I’avversario è sempre da conquistare se non il nemico da vincere - il vero stile del gioco che non crea idoli, ma persone competitive sane.
Il gioco organizzato e destrutturato , sotto il solido sguardo di educatori, mira solo il bene del ragazzo, promuove: I’autocontrollo, la capacità di gestire le proprie emozioni, i conflitti in positivo, lo stabilire amicizie e il diffondere benevolenza.
Tutti gli educatori, i volontari e le persone che aiutano il C.A.G. Casa San Giuseppe, sono convinti che non sono le grandi iniziative o le grandi imprese a mettere in risalto il valore educativi di un ragazzo, ma la
costante presenza al suo fianco, per essergli d’aiuto nelle fatiche da affrontare per raggiungere, gradualmente, la maturate integrale.
Questo è il nostro scopo e il nostro fine.
È da sottolineare che tutto ciò è di grande sostegno alla famiglia che, per motivi di lavoro o per problemi interni ad essa, non riesce da sola a fronteggiare le necessità dei figli. Crediamo che ciò serva anche a promuovere e ad integrare tutti i ragazzi nel tessuto sociale del paese che dovrebbe portare a realizzare una socializzazione sempre meno problematica.
Il Signore ci aiuti a sbagliare il meno possibile.
Grazie infinite e tutti i collaboratori esterni e interni all’opera che ci sostengono in mille modi.
Madre Superiora sr. Rosaria ed Equipe Educativa
La complessità della realtà educativa ci ha insegnato che ogni trasformazione, porta con sé nuove energie, nuovi traguardi e nuove possibilità.
«Cominciate col fare ciò che è necessario, per ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile»,
così San Francesco d’Assisi ci ha incoraggiati ad abbracciare i cambiamenti e le nuove sfide che incontreremo nel nostro cammino.
«Cominciate col fare ciò che è necessario, per ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile»,
così San Francesco d’Assisi ci ha incoraggiati ad abbracciare i cambiamenti e le nuove sfide che incontreremo nel nostro cammino.
Tali riflessioni arrivano dritte ai nostri cuori, aprendo i vari cassetti della nostra anima, rendendola più ricca e più consapevole di ciò che è necessario per essere custodi di carità e di amore.
È necessario partire dalle cose più semplice per raggiungere il “vero benessere” interiore, assumendo un atteggiamento umile e caritatevole verso ciò che ci viene donato.
È necessario partire dalle cose più semplice per raggiungere il “vero benessere” interiore, assumendo un atteggiamento umile e caritatevole verso ciò che ci viene donato.
Le parole che i bambini hanno scritto e successivamente condiviso con tutti noi, rendono questo saluto più vero ed emozionante:
Carissimi genitori,
siamo ormai giunti al termine di questo anno scolastico ma, soprattutto, di un percorso che ha reso il nostro doposcuola una presenza fondamentale nella vita delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi.
Questi anni di collaborazione continua ci hanno permesso di arricchirci vicendevolmente attraverso le diverse tappe evolutive che ogni singola età ne è portatrice.
siamo ormai giunti al termine di questo anno scolastico ma, soprattutto, di un percorso che ha reso il nostro doposcuola una presenza fondamentale nella vita delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi.
Questi anni di collaborazione continua ci hanno permesso di arricchirci vicendevolmente attraverso le diverse tappe evolutive che ogni singola età ne è portatrice.
Ricordiamo inoltre che, in ottemperanza alle norme di contenimento anti Covid, è previsto:
- Pranzo organizzato in due turni: primo turno per quarta e quinta; secondo turno per prima, seconda e terza.
- Orario di uscita è scaglionato per classi.
Organizzazione del servizio
Periodo Scolastico: da Settembre a Giugno
(dall’inizio alla fine delle lezioni)
Nel periodo scolastico, il pomeriggio, si articola secondo un
“pomeriggio tipo” che prevede:
Il “Cerchio dell’amicizia”, previsto per le ore 14,00, stabilisce l’inizio delle attività e verrà gestito nelle singole classi nel rispetto delle misure restrittive anti-Covid.
Tale spazio consente di fare un momento di silenzio e riflessione sulle tematiche che si decidono di affrontare. I bambini sono coinvolti in prima persona a dare il proprio contributo attraverso opinioni, racconti di stati d’animo e vissuti personali
Suddivisi per classe,seguendo una scansione oraria specifica per ogni gruppo. Essi raggiungeranno le rispettive aule con il proprio educatore di riferimento e svolgeranno le varie consegne scolastiche.
Alla fine del lavoro scolastico, verranno previsti momenti di gioco strutturato e laboratori espressivi-manuali applicando tutti i protocolli di sicurezza previsti in tempo di emergenza pandemica.
Periodo Scolastico: da Settembre a Giugno
(dall’inizio alla fine delle lezioni)
Nel periodo scolastico, il pomeriggio, si articola secondo un
“pomeriggio tipo” che prevede:
- Accoglienza
- Cerchio dell’amicizia (14-14.10)
Il “Cerchio dell’amicizia”, previsto per le ore 14,00, stabilisce l’inizio delle attività e verrà gestito nelle singole classi nel rispetto delle misure restrittive anti-Covid.
Tale spazio consente di fare un momento di silenzio e riflessione sulle tematiche che si decidono di affrontare. I bambini sono coinvolti in prima persona a dare il proprio contributo attraverso opinioni, racconti di stati d’animo e vissuti personali
- Tempo dei compiti (14.10-16 circa)
Suddivisi per classe,seguendo una scansione oraria specifica per ogni gruppo. Essi raggiungeranno le rispettive aule con il proprio educatore di riferimento e svolgeranno le varie consegne scolastiche.
- Gioco strutturato- laboratori espressivi (16- fino all’ora di uscita delle singole classi)
Alla fine del lavoro scolastico, verranno previsti momenti di gioco strutturato e laboratori espressivi-manuali applicando tutti i protocolli di sicurezza previsti in tempo di emergenza pandemica.
Orari in vigore da Gennaio 2021
Organizzazione del servizio
Periodo Scolastico: da Settembre a Giugno
(dall’inizio alla fine delle lezioni)
Nel periodo scolastico, il pomeriggio, si articola secondo un “pomeriggio tipo” che prevede:
Accoglienza
Spazio di gioco libero di circa 30 minuti, dopo la scuola e il pranzo, prima dell’inizio delle attività del Centro.
Cerchio dell’amicizia
Il “Cerchio dell’amicizia”, alle ore 14,00, stabilisce l’inizio delle attività; consente di fare un momento di silenzio e riflessione sulle tematiche che si decidono di affrontare. I bambini sono coinvolti in prima persona a dare il proprio contributo attraverso opinioni, racconti di stati d’animo e vissuti personali
Tempo dei compiti
Suddivisi per classe, i gruppi raggiungono le aule e svolgono i compiti.
Gioco libero e merenda
Alla fine del lavoro scolastico, gioco libero e spazio per la merenda.
Tempo dell’attività strutturata
Un tema annuale accompagna le attività con obiettivi specifici, finalizzato allo stimolo e allo sviluppo:
della socializzazione;
delle abilità psico-motorie;
della concentrazione e dell’attenzione;
dell’educazione all’ascolto;
del rispetto degli spazi e del materiale in comune.
Periodo Scolastico: da Settembre a Giugno
(dall’inizio alla fine delle lezioni)
Nel periodo scolastico, il pomeriggio, si articola secondo un “pomeriggio tipo” che prevede:
Accoglienza
Spazio di gioco libero di circa 30 minuti, dopo la scuola e il pranzo, prima dell’inizio delle attività del Centro.
Cerchio dell’amicizia
Il “Cerchio dell’amicizia”, alle ore 14,00, stabilisce l’inizio delle attività; consente di fare un momento di silenzio e riflessione sulle tematiche che si decidono di affrontare. I bambini sono coinvolti in prima persona a dare il proprio contributo attraverso opinioni, racconti di stati d’animo e vissuti personali
Tempo dei compiti
Suddivisi per classe, i gruppi raggiungono le aule e svolgono i compiti.
Gioco libero e merenda
Alla fine del lavoro scolastico, gioco libero e spazio per la merenda.
Tempo dell’attività strutturata
Un tema annuale accompagna le attività con obiettivi specifici, finalizzato allo stimolo e allo sviluppo:
della socializzazione;
delle abilità psico-motorie;
della concentrazione e dell’attenzione;
dell’educazione all’ascolto;
del rispetto degli spazi e del materiale in comune.
Destinatari
Alunni della scuola primaria di Bozzolo.
Risorse
- Suore-educatrici presenti all'interno dell'Istituto;
- Educatore professionale;
- Personale di servizio (di cucina e di pulizia);
- Famiglie dei bambini;
- Figure di volontariato.
Per raggiungere la finalità e promuovere un lavoro di rete, il centro collabora in stretto rapporto con:
Il nostro intento è quello di favorire esperienze creative, cognitive, comunicative utilizzando il gioco, il racconto e l'esperienza concreta come strumenti di apprendimento.
Proponiamo ai bambini attività animative/aggregative che privilegiano "l’azione del fare" attraverso:
- la valorizzazione della quotidianità all’interno del CAG (momento compiti, giochi, riflessioni,racconti,laboratori creativi...);
- i laboratori come luogo del fare, in cui i bambini sono liberi di esplorare, manipolare, scoprire, ricercare; perché è attraverso l’esperienza che il bambino apprende.
Modalità e struementi di verifica
Nell’ambito degli interventi educativi previsti, si delineano traguardi intermedi e metodologie diversificate al fine di garantire così maggiori opportunità di successo formativo ed esperienze più motivanti e gratificanti. In itinere e al termine dell’anno scolastico si valuteranno i percorsi individuali, i livelli di autonomia raggiunti e il grado di partecipazione alle attività
Si prevedono:
Alunni della scuola primaria di Bozzolo.
Risorse
- Suore-educatrici presenti all'interno dell'Istituto;
- Educatore professionale;
- Personale di servizio (di cucina e di pulizia);
- Famiglie dei bambini;
- Figure di volontariato.
Per raggiungere la finalità e promuovere un lavoro di rete, il centro collabora in stretto rapporto con:
- Dirigente scolastico;
- Maestre della scuola primaria di Bozzolo;
- Agenzie educative presenti sul territorio.
Il nostro intento è quello di favorire esperienze creative, cognitive, comunicative utilizzando il gioco, il racconto e l'esperienza concreta come strumenti di apprendimento.
Proponiamo ai bambini attività animative/aggregative che privilegiano "l’azione del fare" attraverso:
- la valorizzazione della quotidianità all’interno del CAG (momento compiti, giochi, riflessioni,racconti,laboratori creativi...);
- i laboratori come luogo del fare, in cui i bambini sono liberi di esplorare, manipolare, scoprire, ricercare; perché è attraverso l’esperienza che il bambino apprende.
Modalità e struementi di verifica
Nell’ambito degli interventi educativi previsti, si delineano traguardi intermedi e metodologie diversificate al fine di garantire così maggiori opportunità di successo formativo ed esperienze più motivanti e gratificanti. In itinere e al termine dell’anno scolastico si valuteranno i percorsi individuali, i livelli di autonomia raggiunti e il grado di partecipazione alle attività
Si prevedono:
- Compilazione di una tabella delle presenze giornaliere dei bambini;
- Rilevazione quantitativa e qualitativa delle attività animative e dei laboratori espressivi;
- Momento di equipe tra le suore coinvolte e l'educatrice (Giovedì dalle 14 alle 15.30);
- Incontri formali con le maestre della scuola primaria di Bozzolo;
- Momenti d’incontri personali con le famiglie dei bambini utili a valutare la condivisione delle strategie e delle metodologie adottate.
Apertura e attività del servizio
Il Centro di Aggregazione Casa San Giuseppe organizza il proprio servizio adeguando giorni e orari di apertura al calendario scolastico.
da SETTEMBRE a GIUGNO (dall’inizio alla fine delle lezioni)
dalle 7,00 alle 8,00
per famiglie che richiedono assistenza per motivi di lavoro, malattia o necessità urgenti.
dalle 12,30 alle 13,30
per famiglie che richiedono il servizio mensa.
dalle 13,30 alle 17,30
*per attività scolastiche, ludico – educative e merenda.
Lo “spazio compiti” è organizzato in gruppi classe, in rapporto 1:15, per garantire un’accurata assistenza alla realizzazione dei compiti, recuperare eventuali lacune e favorire una buona organizzazione del lavoro scolastico.
Le attività animative sia strutturate e non sono organizzate dalle 16.15 alle 17.30, comprensive del momento di merenda.
Si prevedono due momenti settimanali con proposte di gioco suddivisi per fasce d’età e una giornata di gioco collettivo.
Organizzazione del servizio
Periodo Scolastico: da Settembre a Giugno
(dall’inizio alla fine delle lezioni)
Nel periodo scolastico, il pomeriggio, si articola secondo un “pomeriggio tipo” che prevede:
Accoglienza
Spazio di gioco libero di circa 30 minuti, dopo la scuola e il pranzo, prima dell’inizio delle attività del Centro.
Cerchio dell’amicizia
Il “Cerchio dell’amicizia”, alle ore 14,00, stabilisce l’inizio delle attività; consente di fare un momento di silenzio e riflessione sulle tematiche che si decidono di affrontare. I bambini sono coinvolti in prima persona a dare il proprio contributo attraverso opinioni, racconti di stati d’animo e vissuti personali
Tempo dei compiti
Suddivisi per classe, i gruppi raggiungono le aule e svolgono i compiti.
Gioco libero e merenda
Alla fine del lavoro scolastico, gioco libero e spazio per la merenda.
Tempo dell’attività strutturata
Un tema annuale accompagna le attività con obiettivi specifici, finalizzato allo stimolo e allo sviluppo:
della socializzazione;
delle abilità psico-motorie;
della concentrazione e dell’attenzione;
dell’educazione all’ascolto;
del rispetto degli spazi e del materiale in comune.
Obiettivi specifici
- Fornire ai bambini le abilità necessarie per una crescita armoniosa a livello psicofisico e spirituale;
- Sperimentare e conoscere differenti tecniche e modalità espressive-creative;
- Sviluppare la capacità di esprimersi e di crescere nel rispetto di sé, degli altri e delle cose;
- Scoprire il piacere di manipolare e trasformare materiali;
- Esprimere i propri stati d’animo e le proprie emozioni attraverso il linguaggio artistico-creativo;
- Sviluppare la capacità di relazionarsi all'interno di un gruppo;
- Saper cogliere e saper rispettare il succedersi del tempo nelle varie fasi di lavoro;
- Valorizzare la funzione educativa/sociale della famiglia e il loro ruolo centrale nella crescita delle nuove generazioni;
- educare i bambini a riconoscere e rispettare il ruolo degli adulti e degli anziani recuperando e integrando la loro esperienza per metterla a disposizione della comunità.
Il Centro di Aggregazione Giovanile è aperto
TUTTI I GIORNI dal LUNEDÌ al VENERDÌ
dalle ore 14,00 con il Cerchio dell’Amicizia
dalle ore 14,00 alle 16,00 per il Tempo dei Compiti
dalle ore 16,00 alle 17,30 con la merenda, l'attività strutturata, il gioco libero
Il R…Estate con Noi è un appuntamento molto atteso
dai bambini della scuola primaria di
Bozzolo, il primo dell’estate, dopo la fine delle lezioni scolastiche. Tre
settimane per giocare, divertirsi, cantare, ballare, creare, riflettere e
pregare, accomunati dalla volontà di stare insieme e vivere l’amicizia in tutte
le sue dimensioni.
Da qualche anno, tra di noi e tra questi bambini, c’è un nutrito gruppo di adolescenti delle scuole superiori.
Recentemente ci siano incontrati a cena proprio in Casa San Giuseppe, un evento singolare, la prima volta che un gruppo, che non fosse dei bambini che normalmente la frequentano, cenava lì, nello stesso refettorio dove qualcuno ha pranzato da piccolo, nelle stesse stanze dove si fa attività, si suda e si fatica durante l’estate!
Alcuni di loro “sono cresciuti” a Casa San Giuseppe, dalla scuola primaria, qualcuno ha maturato precedentemente esperienze di gruppo, qualcuno l’esperienza dei campi estivi.
Puntualmente si ritrovano per preparare questo immancabile appuntamento estivo e soprattutto si impegnano con dedizione e costanza a partecipare attivamente a queste tre settimane.
Nulla di straordinario. Apparentemente.
Anche loro arrivano da un anno denso di impegni e scadenze, ma…ci sono. Rinunciare a qualche impegno, l’alzarsi presto al mattino, l’andare nelle ore più calde della giornata, lo stare con i bambini, il condividere il gioco, il pranzo, la merenda, i momenti liberi, la fatica, sempre con il sorriso, assumono un significato profondo ed unico al quale non si può non porre attenzione: il dono del loro tempo, l’offerta di se stessi ai “fratelli più piccoli”.
Questa disposizione è un grosso dono per Casa San Giuseppe e per l’intera comunità di Bozzolo, un esempio infinitamente ricco di significati perché donato ai più piccoli e per i più piccoli, che vedono i loro “predecessori” essere con loro: con umiltà, nel silenzio, con la “sola” gioia di esserci.
Un esempio per genitori e adulti.
Grazie! Con l’auspicio che qualcun altro segua l'esempio e possa darci una mano…
Ci vediamo al R…Estate con Noi 2013!
Da qualche anno, tra di noi e tra questi bambini, c’è un nutrito gruppo di adolescenti delle scuole superiori.
Recentemente ci siano incontrati a cena proprio in Casa San Giuseppe, un evento singolare, la prima volta che un gruppo, che non fosse dei bambini che normalmente la frequentano, cenava lì, nello stesso refettorio dove qualcuno ha pranzato da piccolo, nelle stesse stanze dove si fa attività, si suda e si fatica durante l’estate!
Alcuni di loro “sono cresciuti” a Casa San Giuseppe, dalla scuola primaria, qualcuno ha maturato precedentemente esperienze di gruppo, qualcuno l’esperienza dei campi estivi.
Puntualmente si ritrovano per preparare questo immancabile appuntamento estivo e soprattutto si impegnano con dedizione e costanza a partecipare attivamente a queste tre settimane.
Nulla di straordinario. Apparentemente.
Anche loro arrivano da un anno denso di impegni e scadenze, ma…ci sono. Rinunciare a qualche impegno, l’alzarsi presto al mattino, l’andare nelle ore più calde della giornata, lo stare con i bambini, il condividere il gioco, il pranzo, la merenda, i momenti liberi, la fatica, sempre con il sorriso, assumono un significato profondo ed unico al quale non si può non porre attenzione: il dono del loro tempo, l’offerta di se stessi ai “fratelli più piccoli”.
Questa disposizione è un grosso dono per Casa San Giuseppe e per l’intera comunità di Bozzolo, un esempio infinitamente ricco di significati perché donato ai più piccoli e per i più piccoli, che vedono i loro “predecessori” essere con loro: con umiltà, nel silenzio, con la “sola” gioia di esserci.
Un esempio per genitori e adulti.
Grazie! Con l’auspicio che qualcun altro segua l'esempio e possa darci una mano…
Ci vediamo al R…Estate con Noi 2013!
Programmazione 2015/2016
Custodi della Terra
«Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba»
«Laudato sì, mi’ Signore». San Francesco d’Assisi nel Cantico ci ricordava che la nostra casa comune è una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza ed anche una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia.
Proprio «questa nostra casa» tuttavia «si sta rovinando e ciò danneggia tutti, specialmente i più poveri» afferma Papa Francesco. Il suo è «un appello alla responsabilità, in base al compito che Dio ha dato all’essere umano nella creazione: coltivare e custodire il giardino in cui lo ha posto».
Il cuore della nuova enciclica si raccoglie in un interrogativo:
«Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?»
La domanda non si chiude in un esclusivo riferimento all’ambiente ma abbraccia una riflessione più ampia che riguarda il senso dell’esistenza e i valori alla base della vita sociale:
«Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi?»
Gli esseri umani stessi sono «…terra. Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora».
Questa terra maltrattata e saccheggiata ora, inesorabilmente, si lamenta e i suoi pianti si uniscono a quelli di tutti gli abbandonati del mondo.
Papa Francesco invita ad ascoltarli, chiedendo a tutti di «cambiare rotta», assumendo la bellezza e la responsabilità di un impegno per la «cura della casa comune».
«Entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune» è l’appello del Papa che ravvisa nel dialogo con tutti lo strumento principale per affrontare e risolvere i problemi.
Papa Francesco riconosce la certezza che «non tutto è perduto… l’essere umano è ancora capace di intervenire positivamente»
«La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile».
Custodi della Terra
«Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba»
«Laudato sì, mi’ Signore». San Francesco d’Assisi nel Cantico ci ricordava che la nostra casa comune è una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza ed anche una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia.
Proprio «questa nostra casa» tuttavia «si sta rovinando e ciò danneggia tutti, specialmente i più poveri» afferma Papa Francesco. Il suo è «un appello alla responsabilità, in base al compito che Dio ha dato all’essere umano nella creazione: coltivare e custodire il giardino in cui lo ha posto».
Il cuore della nuova enciclica si raccoglie in un interrogativo:
«Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?»
La domanda non si chiude in un esclusivo riferimento all’ambiente ma abbraccia una riflessione più ampia che riguarda il senso dell’esistenza e i valori alla base della vita sociale:
«Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi?»
Gli esseri umani stessi sono «…terra. Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora».
Questa terra maltrattata e saccheggiata ora, inesorabilmente, si lamenta e i suoi pianti si uniscono a quelli di tutti gli abbandonati del mondo.
Papa Francesco invita ad ascoltarli, chiedendo a tutti di «cambiare rotta», assumendo la bellezza e la responsabilità di un impegno per la «cura della casa comune».
«Entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune» è l’appello del Papa che ravvisa nel dialogo con tutti lo strumento principale per affrontare e risolvere i problemi.
Papa Francesco riconosce la certezza che «non tutto è perduto… l’essere umano è ancora capace di intervenire positivamente»
«La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile».
Programmazione educativa annuale
Il tema : il manifesto sui diritti naturali dei bambini, da un’idea di Gianfranco Zavalloni
Come nascono i diritti naturali dei bambini?
Dalle parole di Gianfranco Zavalloni
Molto spesso, in questi ultimi tempi, ci si ritrova a riflettere e a discutere sul problema dei diritti dei bambini e delle bambine. La prima cosa che generalmente io faccio, quando affronto questi temi, è quella di mettermi nei panni dei bambini e delle bambine. Credo infatti che sia importante, per capire l’infanzia e la fanciullezza, fare memoria, cioè ripensarci noi bambini, ripensare a quando noi eravamo bambini e bambine. Per questo, è bene farsi alcune domande:
· Cosa amavamo fare?
· Dove giocavamo?
· Con chi ci piaceva stare?
· Quali erano i nostri diritti?
· Chi ce li garantiva?
· Avevamo coscienza dei nostri diritti o - questo - era un fatto del tutto naturale?
A partire da questi interrogativi, Zavalloni dopo aver analizzato la situazione, il rapporto fra mondo dell’infanzia e società moderna, ha evidenziato 10 diritti che riteneva completamente disattesi.
La nostra proposta è sviluppare il “manifesto sui diritti naturali dei bambini” nel corso dell’anno scolastico, adattandoli alle necessità, ai tempi e a gli spazi di Casa San Giuseppe, cercando di far comprendere ai bambini che, se esistono dei diritti indiscutibili, per la convivenza e la pace è necessario riconoscere e rispettare alcuni “doveri”.
I 10 DIRITTI NATURALI DEI BAMBINI
1. Il diritto al tempo non programmato (diritto all’ozio):
vivere momenti di tempo non programmati dagli adulti.
Siamo in un momento della storia umana in cui tutto è programmato. I bambini hanno la settimana programmata dalle loro famiglie o dalla scuola. Non c’è spazio per l’imprevisto. Non c’è, da parte dei bambini, la possibilità di qualcosa di autogestito, di giocare da soli.
2. Il diritto all'uso delle mani:
piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco.
Nel mondo infantile i giocattoli industriali sono talmente perfetti e finiti che non necessitano dell’apporto del bambino. La tendenza del mercato è quella di offrire oggetti “usa e getta” che non possono essere riparati. Nel frattempo mancano le occasioni per sviluppare le abilità manuali ed in particolare la manualità fine. Non è facile trovare bambini e bambine che sappiano piantare chiodi, segare, raspare, scartavetrare, incollare...
3. Il diritto agli odori:
a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura.
Abbiamo annullato le diversità olfattive, tipiche di certi luoghi. Pensiamo alla bottega del fornaio, all’officina del meccanico delle biciclette, al calzolaio, al falegname, alla farmacia. Non ci sono più differenze. Eppure chi di noi non ama sentire il profumo di terra dopo un acquazzone?
Imparare fin da piccoli il gusto degli odori, percepire i profumi offerti dalla natura, sono esperienze che ci accompagneranno lungo la nostra esistenza.
4. Il diritto all’ascolto e al dialogo:
ad ascoltare e poter prendere la parola, interloquire e dialogare.
Siamo spettatori passivi dei tanti mass media: soprattutto la televisione. In quasi tutte le case si mangia, si gioca, si lavora, si accolgono gli amici “a televisione accesa”. Con la televisione non si prende certo la parola. Cosa diversa è il raccontare fiabe, narrare leggende, vicende e storie, fare uno spettacolo di burattini. In questi casi anche lo spettatore-ascoltatore può prendere la parola, interloquire, dialogare.
5. Il diritto a sporcarsi:
a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti.
“Non ti sporcare”, una frase tipica del genitore. I bambini hanno il diritto di giocare con i materiali naturali quali la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, i sassi, i rametti... Quanta gioia nel pastrocchiare con una pozzanghera o in un cumulo di sabbia. Proviamo ad osservarli attentamente in alcuni momenti di pausa dai giochi... e scopriremo con quanto interesse riescono a giocare per ore con poche cose trovate per terra.
6. Il diritto ad una alimentazione sana:
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura.
La problematica dell’inquinamento, non solo atmosferico. Eppure oggi è importante anche “tornare indietro”, ritrovare il gusto del camminare per la città, lo stare insieme in maniera conviviale. Ed è questo che spesso i bimbi e le bimbe ci chiedono. Da qui l’importanza dell’attenzione a quello che fin da piccoli “si mangia”, “si beve” e “si respira”.
7. Il diritto alla strada:
a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade.
La strada e la piazza dovrebbero permettere l’incontro. Oggi le piazze sono dei parcheggi e le strade sono invivibili per chi non ha un mezzo motorizzato. É praticamente impossibile vedere bambini giocare in piazza.
Tuttavia, come ogni luogo della comunità, la strada e la piazza sono di tutti... così come ancora è in qualche paesino di montagna o in molte città del Sud del mondo.
8. Il diritto al selvaggio:
a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi.
Anche nel cosiddetto tempo libero tutto è preorganizzato. Così accade anche nel piccolo, nei parchi delle scuole o nelle aree verdi delle città, compreso l’arredo urbano. Ma dov’è la possibilità di costruire un luogo di rifugio-gioco, dove sono i canneti e i boschetti in cui nascondersi, dove sono gli alberi su cui arrampicarsi? Il mondo è fatto di luoghi modificati dall’uomo, ma è importante che questi si compenetrino con luoghi selvaggi, lasciati al naturale.
9. Il diritto al silenzio:
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua.
L’orecchio umano è sottoposto continuamente alle sollecitazioni esterne. Mi sembra ci sia l’abitudine al rumore, alla situazione rumorosa al punto da temere il silenzio. Perdiamo occasioni uniche: il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua. Il diritto al silenzio è educazione all’ascolto silenzioso.
10. Il diritto alle sfumature:
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte la luna e le stelle.
La città ci abitua alla luce, anche quando in natura luce non c’è. Nelle nostre case l’elettricità ha permesso e permette di vivere di notte come fosse giorno. Quel che più è grave è che pochi riescono a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto. Non si percepiscono più le sfumature. Anche quando con i bambini usiamo i colori non ci ricordiamo più delle sfumature. Il pericolo è quello di vedere solo nero o bianco. Si rischia l’integralismo. In una società in cui le diversità aumentano anziché diminuire, quest’atteggiamento può essere realmente pericoloso.
Obiettivi generali delle attività
Oltre agli obiettivi specifici descritti per la programmazione educativa 2016/2017 il Centro fissa i propri obiettivi generali delle attività, finalizzate allo sviluppo delle abilità psico-motorie, allo sviluppo dell’attenzione e della concentrazione, alla gestione delle relazione con il sé e con gli altri.
Gli obiettivi possono sintetizzarsi nei seguenti punti:
1. Favorire la socializzazione attraverso la condivisione di esperienze;
Metodologia [1]
Materiali
In grande gruppo, per i giochi di squadra, avrà spazi e materiali adatti (palle, coni, cerchi, corde, …) per le altre attività, sia in grande gruppo che in piccoli gruppi, si utilizzeranno di volta in volta spazi e materiali convenienti alla proposta.
[1] A queste attività si aggiungono quelle determinate da particolari momenti dell’anno: Laboratori di Natale (“Lavoretto natalizio”, Spettacolo e Calendario); Festa di Carnevale; Laboratorio di Pasqua.
[2] Sono previste alcune attività di riflessione che possono nascere anche da brevi momenti di preghiera.
Il tema : il manifesto sui diritti naturali dei bambini, da un’idea di Gianfranco Zavalloni
Come nascono i diritti naturali dei bambini?
Dalle parole di Gianfranco Zavalloni
Molto spesso, in questi ultimi tempi, ci si ritrova a riflettere e a discutere sul problema dei diritti dei bambini e delle bambine. La prima cosa che generalmente io faccio, quando affronto questi temi, è quella di mettermi nei panni dei bambini e delle bambine. Credo infatti che sia importante, per capire l’infanzia e la fanciullezza, fare memoria, cioè ripensarci noi bambini, ripensare a quando noi eravamo bambini e bambine. Per questo, è bene farsi alcune domande:
· Cosa amavamo fare?
· Dove giocavamo?
· Con chi ci piaceva stare?
· Quali erano i nostri diritti?
· Chi ce li garantiva?
· Avevamo coscienza dei nostri diritti o - questo - era un fatto del tutto naturale?
A partire da questi interrogativi, Zavalloni dopo aver analizzato la situazione, il rapporto fra mondo dell’infanzia e società moderna, ha evidenziato 10 diritti che riteneva completamente disattesi.
La nostra proposta è sviluppare il “manifesto sui diritti naturali dei bambini” nel corso dell’anno scolastico, adattandoli alle necessità, ai tempi e a gli spazi di Casa San Giuseppe, cercando di far comprendere ai bambini che, se esistono dei diritti indiscutibili, per la convivenza e la pace è necessario riconoscere e rispettare alcuni “doveri”.
I 10 DIRITTI NATURALI DEI BAMBINI
1. Il diritto al tempo non programmato (diritto all’ozio):
vivere momenti di tempo non programmati dagli adulti.
Siamo in un momento della storia umana in cui tutto è programmato. I bambini hanno la settimana programmata dalle loro famiglie o dalla scuola. Non c’è spazio per l’imprevisto. Non c’è, da parte dei bambini, la possibilità di qualcosa di autogestito, di giocare da soli.
2. Il diritto all'uso delle mani:
piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco.
Nel mondo infantile i giocattoli industriali sono talmente perfetti e finiti che non necessitano dell’apporto del bambino. La tendenza del mercato è quella di offrire oggetti “usa e getta” che non possono essere riparati. Nel frattempo mancano le occasioni per sviluppare le abilità manuali ed in particolare la manualità fine. Non è facile trovare bambini e bambine che sappiano piantare chiodi, segare, raspare, scartavetrare, incollare...
3. Il diritto agli odori:
a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura.
Abbiamo annullato le diversità olfattive, tipiche di certi luoghi. Pensiamo alla bottega del fornaio, all’officina del meccanico delle biciclette, al calzolaio, al falegname, alla farmacia. Non ci sono più differenze. Eppure chi di noi non ama sentire il profumo di terra dopo un acquazzone?
Imparare fin da piccoli il gusto degli odori, percepire i profumi offerti dalla natura, sono esperienze che ci accompagneranno lungo la nostra esistenza.
4. Il diritto all’ascolto e al dialogo:
ad ascoltare e poter prendere la parola, interloquire e dialogare.
Siamo spettatori passivi dei tanti mass media: soprattutto la televisione. In quasi tutte le case si mangia, si gioca, si lavora, si accolgono gli amici “a televisione accesa”. Con la televisione non si prende certo la parola. Cosa diversa è il raccontare fiabe, narrare leggende, vicende e storie, fare uno spettacolo di burattini. In questi casi anche lo spettatore-ascoltatore può prendere la parola, interloquire, dialogare.
5. Il diritto a sporcarsi:
a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti.
“Non ti sporcare”, una frase tipica del genitore. I bambini hanno il diritto di giocare con i materiali naturali quali la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, i sassi, i rametti... Quanta gioia nel pastrocchiare con una pozzanghera o in un cumulo di sabbia. Proviamo ad osservarli attentamente in alcuni momenti di pausa dai giochi... e scopriremo con quanto interesse riescono a giocare per ore con poche cose trovate per terra.
6. Il diritto ad una alimentazione sana:
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura.
La problematica dell’inquinamento, non solo atmosferico. Eppure oggi è importante anche “tornare indietro”, ritrovare il gusto del camminare per la città, lo stare insieme in maniera conviviale. Ed è questo che spesso i bimbi e le bimbe ci chiedono. Da qui l’importanza dell’attenzione a quello che fin da piccoli “si mangia”, “si beve” e “si respira”.
7. Il diritto alla strada:
a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade.
La strada e la piazza dovrebbero permettere l’incontro. Oggi le piazze sono dei parcheggi e le strade sono invivibili per chi non ha un mezzo motorizzato. É praticamente impossibile vedere bambini giocare in piazza.
Tuttavia, come ogni luogo della comunità, la strada e la piazza sono di tutti... così come ancora è in qualche paesino di montagna o in molte città del Sud del mondo.
8. Il diritto al selvaggio:
a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi.
Anche nel cosiddetto tempo libero tutto è preorganizzato. Così accade anche nel piccolo, nei parchi delle scuole o nelle aree verdi delle città, compreso l’arredo urbano. Ma dov’è la possibilità di costruire un luogo di rifugio-gioco, dove sono i canneti e i boschetti in cui nascondersi, dove sono gli alberi su cui arrampicarsi? Il mondo è fatto di luoghi modificati dall’uomo, ma è importante che questi si compenetrino con luoghi selvaggi, lasciati al naturale.
9. Il diritto al silenzio:
ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua.
L’orecchio umano è sottoposto continuamente alle sollecitazioni esterne. Mi sembra ci sia l’abitudine al rumore, alla situazione rumorosa al punto da temere il silenzio. Perdiamo occasioni uniche: il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua. Il diritto al silenzio è educazione all’ascolto silenzioso.
10. Il diritto alle sfumature:
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte la luna e le stelle.
La città ci abitua alla luce, anche quando in natura luce non c’è. Nelle nostre case l’elettricità ha permesso e permette di vivere di notte come fosse giorno. Quel che più è grave è che pochi riescono a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto. Non si percepiscono più le sfumature. Anche quando con i bambini usiamo i colori non ci ricordiamo più delle sfumature. Il pericolo è quello di vedere solo nero o bianco. Si rischia l’integralismo. In una società in cui le diversità aumentano anziché diminuire, quest’atteggiamento può essere realmente pericoloso.
Obiettivi generali delle attività
Oltre agli obiettivi specifici descritti per la programmazione educativa 2016/2017 il Centro fissa i propri obiettivi generali delle attività, finalizzate allo sviluppo delle abilità psico-motorie, allo sviluppo dell’attenzione e della concentrazione, alla gestione delle relazione con il sé e con gli altri.
Gli obiettivi possono sintetizzarsi nei seguenti punti:
1. Favorire la socializzazione attraverso la condivisione di esperienze;
- Educare all’identità, all’alterità e alla diversità come fonti di ricchezza individuale e sviluppo relazionale;
- Esercitare e sviluppare la coordinazione e le capacità motorie;
- Usare in modo creativo i materiali attraverso i laboratori;
- Favorire l’espressione dei sentimenti e delle emozioni.
Metodologia [1]
- Attività psico-motorie;
- Attività manuali-creative;
- Attività a tema;
- Utilizzo di supporti multimediali;
- Spazi e attività di discussione, riflessione e preghiera[2]
- Gioco libero e semi-strutturato.
Materiali
In grande gruppo, per i giochi di squadra, avrà spazi e materiali adatti (palle, coni, cerchi, corde, …) per le altre attività, sia in grande gruppo che in piccoli gruppi, si utilizzeranno di volta in volta spazi e materiali convenienti alla proposta.
[1] A queste attività si aggiungono quelle determinate da particolari momenti dell’anno: Laboratori di Natale (“Lavoretto natalizio”, Spettacolo e Calendario); Festa di Carnevale; Laboratorio di Pasqua.
[2] Sono previste alcune attività di riflessione che possono nascere anche da brevi momenti di preghiera.